Formazione

Si discute la riforma agricola. Un’Ue meno dumping

Il vecchio Continente avrà il coraggio di rivedere la politica dei sussidi che impoverisce il sud?

di Carlotta Jesi

Meglio nascere mucca in Europa che contadino nel Sud del mondo: alla prima spetta un sussidio di 2,2 dollari al giorno, il secondo deve tirare avanti con uno e procurarselo da solo. Questo squilibrio è la conseguenza di quarant?anni di sussidi europei all?agricoltura, che hanno profondamente danneggiato i Paesi poveri. Ma anche il punto di partenza di una riforma che potrebbe separare per sempre le strategie di Bruxelles e Washington in tema di liberalizzazione dei mercati creando una via tutta europea di globalizzazione partecipata.
Mentre gli Stati Uniti marciano dritti verso l?applicazione del Farm Bill, che nei prossimi cinque anni prevede di aumentare del 90% i sussidi, il 22 gennaio il Commissario europeo Franz Fischler ha presentato un progetto di riforma della Pac, la Politica agricola comune con l?obiettivo di “trasferire l?80% dei sussidi europei all?agricoltura in aree accettabili da tutti i Paesi membri del Wto”. Compresi quelli in via di sviluppo che in settembre, al vertice di Cancun, premeranno per una riduzione dei sussidi e delle barriere occidentali sul loro export a causa delle quali, secondo Oxfam, perdono 20 miliardi di dollari l?anno.
Il contenuto della riforma? Fischler non ridurrà i 40 miliardi di euro, pari al 40% del bilancio europeo, stanziati ogni anno. Però propone di rendere i sussidi meno dannosi per il Sud del mondo slegandoli dalla produzione: una produzione tarata sulla domanda senza surplus da esportare nei Paesi poveri. Dal 2007, poi, il 6% dei sussidi verrà destinato a programmi di sviluppo rurale.
Una percentuale che, però, non soddisfa il Wwf. “Oggi allo sviluppo rurale è destinato solo il 10% del budget Pac. In luglio avevano promesso di portarlo al 20% in sei anni, invece oggi parla del 6% in dieci”, spiega, da Bruxelles, Elizabeth Guttenstein: “sono poco più di 1 miliardo di euro”.
Pac bocciata anche da Oxfam, l?ong che l?anno scorso aveva accusato Bruxelles di dumping agricolo verso il Sud: “Fischler ha solo dato un?altra veste ai sussidi, che però continuano a violare le regole del commercio giusto”, spiega Kevin Watkins. Pronto però a riconoscere una suddivisione più equa degli aiuti (tagli alle grandi aziende) e il fatto che siano legati a performance ambientali.
Intanto Francia, Austria, Portogallo e Spagna si oppongono alla riforma e le ong la criticano per non aver neppure affrontato la questione delle barriere commerciali ai Pvs. Tema su cui Bruxelles ha già dato una lezione di etica a Washington, lanciando, nel 2001, il programma Everything but arms che consente il libero accesso alle merci dei 48 Paesi più poveri del mondo.

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